29 agosto 2008

I polizzioti anarchici

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E’ terminato il primo processo relativo ai fatti di Genova al G8 2001. Ovviamente a carico dei manifestanti, ovviamente si è concluso con pesanti condanne a carico degli imputati: 110 anni di carcere complessivi per 24 imputati ed una sola assoluzione, ben maggiori erano le richieste dei Pm, cioè condanne esemplari fino ad oltre 220 anni.
Il messaggio è chiaro: se vai in piazza lo fai a tuo rischio pericolo, puoi finire in una carica ad un corteo autorizzato (via Tolemaide), puoi venire bastonato da carabinieri che usano manganelli fuori dotazione (i CC sempre in via Tolemaide), puoi venir ucciso e il tuo assassino rimanere impunito, puoi essere condannato se ti difendi.
Così mentre l’omicidio di Carlo Giuliani per la giustizia si Stato non merita nemmeno un processo, mentre i procedimenti contro poliziotti e carabinieri vanno a rilento verso probabili prescrizioni ed i principali imputati sono stati tutti promossi nel corso degli anni, contro una parte dei manifestanti condannati viene utilizzato il reato di “devastazione e saccheggio” che per la sua vaghezza può adattarsi alle situazioni più disparate (con pene inflitte dai 6 agli 11 anni). L’ingiustizia di Stato non si ferma qui, ricorre alla categoria, altrettanto aleatoria, del “concorso morale”, grazie al quale si possono condannare persone per la sola ragione di essersi trovate nei pressi di un luogo in cui si consumava un reato; così ci si risparmia da parte dell’accusa l’onere della prova e il dovere di rispettare il criterio della responsabilità penale personale.
Unica nota positiva la richiesta di incriminazione per falsa testimonianza di un ufficiale dei CC e di alcuni funzionari di polizia.
Non bisogna dimenticare che lo Stato italiano ha chiesto agli imputati due milioni di euro (4 mld di lire) per danni di immagine, come se l’immagine del G8 e delle istituzioni italiane valesse tanto, come se a squalificare qualsiasi tipo di immagine non siano sufficienti le facce di Bush e Berlusconi.

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